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Nuovo Settore "Cooperative di Comunità" in Confcooperative Habitat

Nuovo Settore "Cooperative di Comunità" in Confcooperative Habitat
Oltre 101 cooperative alla prima assemblea di mercoledì 21 luglio

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"Pionieri nella modalità di affrontare i bisogni dei territorio e nel trovare risposte alle esigenze della comunità". Chiama così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, le oltre 101 cooperative di comunità che hanno partecipato alla prima assemblea del neonato Settore delle Cooperative di comunità all'interno di Confcooperative Habitat, mercoledì 21 luglio on line.

"Accomunate dalla lontananza da direttrici di sviluppo più ricorrenti e dal rischio di essere dimenticate rispetto a dinamiche che oggi vanno per la maggiore - ha continuato Gardini - le cooperative di comunità hanno la capacità di rimettere al centro le aree interne, di farsi carico delle esigenze locali e costruire una risposta attraverso l'innovazione: decidere di costituire una cooperativa è innovazione strategica, un grande atto di speranza e di fiducia rispetto a tutti coloro i quali pensano che unica soluzione sia abbandonare i territori interni ed emigrare. Per questo Confcooperative ha scelto di lavorare con forza a questo obiettivo: per tutte le cooperative di comunità e i cooperatori che con la propria azione testimoniano oggi questa possibilità e per tutti i territori che  - in questo periodo più che mai - hanno bisogno di questa speranza".

"Con la creazione del Settore delle Cooperative di Comunità in Confcooperative Habitat abbiamo compiuto oggi un passaggio importante per far crescere questa esperienza cooperativa, per rendere più organica la nostra azione sui territori ma anche a livello di rappresentanza, per valorizzare ulteriormente l'autenticità che di ciascuna cooperativa e di questa azione nella sua totalità", ha precisato.

"Questa assemblea è il risultato di un importante investimento di Confcooperative di grande passione - ha contestualizzato aprendo l'appuntamento on line, Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat - . In questo momento di grande pregnanza psicologia accogliamo riflessioni molto attente che partono da lontano, dal grande lavoro di semina iniziato da Giovanni Teneggi, responsabile Promozione delle Cooperazione di Comunità, portato avanti e implementato da Fondo Sviluppo e, ancora, da Massimiliano Monetti, delegato nazionale su questo tema, a partire dalla sua regione, l'Abruzzo, fino a un ambito di respiro più ampio". 

"Non solo. Questa assemblea si collega in parallelo anche alla riflessione organizzativa che ha portato Federabitazione a divenire Confcooperative Habitat - ha proseguito - , sull'onda dell'adozione della Carta dell'Habitat, il decalogo scritto dall'urbanista e poeta Giancarlo Consonni per Confcooperative, che delinea una prospettiva di lungo periodo rispetto a ciò che realmente significa abitare un luogo, la cura del territorio e uno sviluppo sostenibile. Con la costituzione del settore non si vuole chiudere in una gabbia organizzativa un settore di grande passione e fermento ma, citando Calvino, vedere "la fiamma nel cristallo", dove il cristallo è l'organizzazione che può rendere quesa azione ancora più efficace e robusta. Una sfida ambiziosa sotto la chiave dell'innovazione anche alla luce delle molteplici vocazioni delle cooperative di comunità - turistica, sociale, abitativa e non solo - che ci permetterà di sperimenterà una dimensione di orizzontalità e raccolta delle istanze e delle azioni che potrà rendere ancora più efficace l'attività di rappresentanza da una parte e dall'altra valorizzerà le esperienze dei territori. Questo ci aiuterà anche a reinterpretare la dimensione di scambio mutualistico rispetto al territorio, che non è un qualcosa di fermo, da cui semplicemente estrae valore, ma una dimensione viva e in divenire in cui investire in ottica rigenerativa".

"Le cooperative di comunità si stanno diffondendo, e i numeri lo provano, nelle aree interne, marginali, periferiche e di montagna del Paese. Si diffondono anche nelle periferie urbane - ha tratteggiato ulteriormente il quadro Massimiliano Monetti - . Sono uno strumento di auto-organizzazione “vigorosa” dei cittadini per creare i presupposti dell’”abitare” o rigenerarli, attraverso un modello d’impresa mutualistico cooperativo aperto. Quando pensiamo all’abitare pensiamo alla casa, certo, ma anche al lavoro, al cibo, al benessere e alla salute, alla cultura, all’identità, alla memoria, al futuro che vogliamo edificare. Nella loro azione le cooperative di comunità puntano alla valorizzazione delle risorse locali che costituiscono ed esprimono i caratteri peculiari e unici della tradizione e della specificità dei luoghi. Le cooperative di comunità sono “assonanti” con lo spirito e l’identità di Confcooperative Habitat perché mirano a recuperare questa funzione abitativa, rigenerativa e ricreatrice dei borghi e di pezzi di città. In luoghi dove in realtà il mercato non esiste e anche lo stato non riesce a dare risposte, sono le comunità e gli individui a creare economia. Tutta questa azione è una azione che chiama Confcooperative e tutte le comunità che hanno iniziato questo percorso e prendersi una responsabilità, fare sistema anche con altre cooperative che come noi lavorano per una mutualità differente. Le cooperative di comunitá non sono cooperative di abitazione, cooperative sociali, agricole o di lavoro, ma sono tutte queste cose insieme”.

"Tanti gli obiettivi del Settore Cooperative di Comunità all'interno di Confcooperative Habitat e quatto le dimensioni di lavoro" - ha riassunto Monetti - Dimensione organizzativa e di promozione: intendiamo agire sulla gestione, sul supporto e sulla promozione della platea di associate; Dimensione delle alleanze: vogliamo promuovere collaborazioni ampie, continuando a sviluppare partnership con i soggetti associativi attivi sui temi dello sviluppo territoriale e vicini in termini valoriali e di obiettivi; Dimensione finanziaria: sappiamo bene che sono essenziali le risorse. Definiremo le risorse a disposizione e costruiremo un’architettura di finanza a sostegno dello sviluppo del movimento, in linea con quanto è stato già fatto dal Fondo; Dimensione della lobby politico-istituzionale: rafforzeremo l'azione sullo sviluppo e correzione della legislazione, territoriale e nazionale".

A seguire la parola è passata alle esperienze delle 101 cooperative di tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige, passando per tutto lo stivale che hanno condiviso le proprie incredibili esperienze, le intenzioni, le aspirazioni e i bisogni alla base di questo movimento: un grande, emozionante racconto collettivo che pone le basi dell'azione del nuovo Settore delle Cooperative di Comunità. Hanno preso la parola: Elena Marsiglia della Coperativa Tre Ponti di Isola Serafini, Sara Curcio Raiti di Mediblei, Carlino di Biase  della cooperativa Accoglienti e Gentili,  Luisa Ciocci  di Ortika, Carla Barbanti di Tramediquartiere di San Berillo di Catania, Luca Riccadonna della cooperativa Fuoco, Angela Portifilio della Cooperativa di comunità Colleospitale di Colledimezzo, Laura Ciacci di Campagna sabina, Davide Pedemonte della Cooperativa Borghi sparsi di Serra Riccò e Federico Bernin di Viso a Viso

"Ci avete emozionato con il racconto del lavoro svolto dalle vostre cooperative sui territorio, con il vostro entusiasmo  - ha plaudito in chiusura il presidente Gardini - . È quello che la gente si aspetta di sentire. Storie positive, storie di coraggio. Storie di successo. Oltre a ringraziarvi per quello che quotidianamente fate per rianimare, rafforzare il paese e rimetterlo in condizioni di ripartire, questa rete e il consolidamento di questo progetto per il futuro ci mette nelle condizioni di fare ancora e meglio: di essere più autorevoli e far passare meglio anche il messaggio che la nuova legislazione deve essere più vicina alle necessità e ai bisogni concreti della gente che vive in quei territori. Restiamo vicini, uniti in questa nuova rete per alimentare e continuare questo importante processo di progettualità condivisa".

 

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