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Piano Casa / Confcooperative Habitat al Tavolo di lavoro del Mit

Piano Casa / Confcooperative Habitat al Tavolo di lavoro del Mit

Martedì 19 dicembre la prima riunione di lavoro indetta dal ministro Salvini

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Confcooperative Habitat ha partecipato martedì 19 dicembre al tavolo di lavoro per l’attivazione di un nuovo Piano casa e la revisione del Testo unico dell’edilizia indetto dal vicepremier e ministro Matteo Salvini e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

 

Nell’incontro dedicato a una nuova politica abitativa il Ministro ha tratteggiato i temi dell’emendamento nella Legge di Bilancio 2024 per l’elaborazione di un Decreto interministeriale entro 120 giorni: approfondire su modalità e strumenti per avviare interventi di recupero e riconversione del patrimonio immobiliare pubblico sottoutilizzato; sperimentare nuovi modelli di Edilizia Residenziale Pubblica e di Edilizia Residenziale Sociale; attivare nuovi partenariati Pubblico Privato per sviluppare nuovi progetti di ERP ed ERS. Su questi obiettivi il ministro ha annunciato di essere pronto a investire “oltre 100 milioni di euro per finanziare attività quali il recupero del patrimonio immobiliare esistente, ma anche la riconversione di edifici pubblici con altra destinazione ma oggi dismessi, come ex ospedali o caserme non più operative”.

 

Il presidente di Confcooperative Habitat Alessandro Maggioni è intervenuto, portando le proposte di Confcooperative, sottolineando in primo luogo la necessità di rivedere organicamente la legislazione sottesa ai processi di ristrutturazione urbana poiché le procedure, troppo spesso farraginose, divengono fattore preclusivo all’attuazione in tempi ragionevoli dei programmi edilizi: "Avviare un Piano Casa senza mettere il fuoco su tali questioni disinnescherebbe lo strumento stesso".

 

Le proposte di Confcooperative Habitat:

 

  • norme di semplificazione finalizzate ad agevolare l’attuazione degli interventi di rigenerazione urbana, che consentano una facilitazione nelle procedure di acquisizione e utilizzazione, da parte dei Comuni, degli immobili demaniali dismessi (ad esempio, rispetto alle tante caserme, scuole dismesse presenti nelle città), da destinare a programmi di edilizia residenziale sociale e pubblica, ovvero ad altre funzione di interesse pubblico, anche attraverso forme di concessione a soggetti privati, cooperative di abitanti, imprese sociali e del terzo settore, attraverso procedure concorsuali di evidenza pubblica. In questa chiave occorre siano individuate adeguate agevolazioni e incentivi per bonifiche ecologiche delle aree dismesse oggetto dei progetti di rigenerazione urbana, finalizzate alla realizzazione di interventi volti ad incrementare l’offerta di alloggi sociali, intervenendo sia in ambito procedurale che fiscale, nel rispetto delle disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, nonché i criteri e le modalità attuative

     

  • il sostegno dell’edilizia convenzionata nelle aree di maggiore sviluppo del mercato della residenza e dell’edilizia agevolata nelle altre zone, avendo come obiettivo soprattutto la destinazione delle risorse pubbliche alla riduzione dell’incidenza del costo di costruzione e di acquisizione degli immobili sul prezzo finito degli alloggi, in modo da coinvolgere enti e istituzioni disposte a fare investimenti con tempi di ritorno lunghi.

     

  • una dotazione di risorse per l’incremento dell’offerta abitativa a canoni calmierati in una visione di mix di target e tipologie di offerta abitativa (ERS-ERP) con un coinvolgimento di una pluralità di attori, creando nei fatti una complementarità tra il sistema pubblico e il sistema dell’edilizia residenziale sociale. Le cooperative di abitanti possono essere a pieno titolo attive anche per la gestione del patrimonio immobiliare pubblico, interfacciandosi rispetto al lavoro prezioso svolto sui territori comunali dalle Agenzie per la Casa - Alcune esperienze di successo hanno dimostrato l’efficacia di questo modello: in primis la virtuosa partnership Aler e Cooperative di abitanti attivata nell’intervento 4 Corti di Stadera a Milano.

     

  • un’offerta di alloggi ERS a canoni e prezzi calmierati prevedendo diverse tipologie e titoli di godimento, con una significativa prevalenza della locazione/godimento per favorire con la compresenza di edilizia libera e convenzionata nelle sue varie forme anche una mixitè sociale.

     

  • un utilizzo più appropriato dei bonus edilizi rispetto a quanto avvenuto con il superbonus 110% e del “Bonus facciate”, al fine di concentrare le poche risorse disponibili sui interventi di reale efficientamento energetico e di messa in sicurezza sismica degli edifici, incentivando robustamente gli interventi complessi di riuso e rigenerazione urbana (con demolizione e ricostruzione di edifici) e di indirizzare le stesse verso il sostegno di programmi di Edilizia residenziale Sociale a favore delle categorie sociali e delle famiglie che faticano a vedere riconosciuto il diritto fondamentale all’abitazione sul libero mercato.

 

“Siamo a questo tavolo perché ci crediamo – ha commentato Alessandro Maggioni - . Vediamo con favore la convocazione e l'avvio dei lavori, di cui abbiamo apprezzato le modalità organizzative improntate all'ascolto e all'efficenza operativa. Finalmente dopo tanti anni di vuoto si torna a lavorare sul tema “casa””.

 

Confcooperative Habitat ha predisposto e inviato al Ministero le proprie proposte perché divengano parte del percorso di elaborazione del nuovo Piano Casa. Habitat è stata riconvocata alla prossima riunione del tavolo di lavoro che si terrà il 16 gennaio 2024 insieme alle altre realtà interessate: Anci, associazioni di categoria, ordini professionali, enti, rappresentanti del mondo assicurativo e finanziario, sindacati e fondazioni.

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