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Rigenerazione urbana e ristrutturazione edilizia. Habitat in audizione.

Rigenerazione urbana e ristrutturazione edilizia. Habitat in audizione.

Osservazioni e proposte presentate alla Camera dei Deputati 

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Confcooperative Habitat è intervenuta martedì 10 settembre in audizione presso la Commissione VIII (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici), presieduta dall'On. Mauro Rotelli, alla presenza del Sottosegretario di Stato On. Alessandro Morelli, nell'ambito della discussione sulla proposta di Legge A.C. 1987 "Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana". 
Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat, ha presentato proposte e osservazioni di Confcooperative Habitat sul provvedimento che entra nel merito di questioni contingenti connesse a conflittualità interpretative di norme urbanistiche nazionali e di norme urbanistiche regionali.
“Si tratta di portare chiarezza rispetto alla questione del “quando” debba entrare in gioco l’obbligatorietà del Piano Attuativo, in riferimento alle caratteristiche dell’intervento da assentire e della perimetrazione del concetto – formale e sostanziale – di “ristrutturazione edilizia - ha sottolineato - . Dopo anni e nel mezzo del dibattito sull’autonomia ribadiamo inoltre la convinzione della necessità – per una prospettiva di integrità territoriale del Paese – di avere un quadro di norme fondamentali che siano univoche per tutto il territorio nazionale”.
Sul tema della interpretazione circa i limiti di volumi e altezze delle costruzioni nell’ambito del territorio comunale, Confcooperative Habitat ritiene sia meritevole di attenzione riformatrice l’attenersi strettamente ai limiti definiti dall’art. 41-quinquies, VI comma della legge 17 agosto 1942, n 1150. Pur essendo mutate le ragioni storiche e tecniche da cui quell’articolo nasceva, si ritiene si possano definire nuovi limiti quantitativi per sancire l’entrata in campo della obbligatorietà dello strumento attuativo convenzionale: ritenendo importante coniugare la necessità di tempi sostenibili nel rilascio dei titoli edificatori, con quella di pubblicità e soddisfazione dell’interesse generale.
La proposta è di individuare nel “Permesso di Costruire Convenzionato” (PdCC), introdotto dall’art. 28-bis D.P.R. 380/01, una valida alternativa al Piano Attuativo, con un singolo obbligatorio passaggio in Consiglio Comunale o in Giunta Comunale, previa pubblicazione del progetto e della convenzione definita all’Albo Pretorio.
“Appare pleonastico affermare che si richiede una capacità del pubblico di essere solido e di avere chiare idee circa le necessità che la città esprime in termini di dotazioni collettive e di necessità urbane. Sarebbe necessario in questa chiave consentire alle amministrazioni pubbliche di attivare modalità organizzative e di spesa che consentano di rafforzare la struttura tecnico-professionale preposta all’ambito urbanistico-edilizio”, si legge nel documento.
Si punta l'attenzione inoltre sul concetto di ristrutturazione edilizia, sottolineando come le costanti modifiche normative abbiano portato allo sconfinamento della ristrutturazione edilizia nel campo della rigenerazione urbana, provocando molta confusione. Habitat Confcooperative ritiene necessario riportare la “ristrutturazione edilizia” (che gode di forti incentivazioni finanziare, ad esempio, con la riduzione degli Oneri di Urbanizzazione in maniera importante) in un perimetro  edilizio e non urbanistico. Si propone quindi, laddove vi siano significativi incrementi di volumetria rispetto all’edificio originario o importanti modifiche di sagoma e sedime, di semplificare il quadro rientrando nella cosiddetta “Nuova Costruzione”, con la corresponsione del 100% degli oneri urbanizzativi dovuti e con la valutazione dell’impatto di tali interventi sul tessuto urbano e sulla dotazione di infrastrutture e servizi.
“In un’ottica “culturale”, riteniamo di dire che il termine “Rigenerazione Urbana” abbia ormai perso di valore, essendo utilizzato sovente a sproposito. La “Rigenerazione Urbana” non può riguardare un singolo edificio o un singolo lotto: in quel caso si tratta di semplice “Trasformazione con cambio di destinazione d’uso” o di semplice “Sostituzione edilizia” - ha precisato Maggioni - . La rigenerazione urbana dovrebbe toccare ambiti più ampi che impattano sul tessuto della città dove la trasformazione avviene, non limitandosi a un lotto ma investendo un ambito più ampio. A noi piace incominciare a parlare di “Ricostituzione Urbana”, per uscire da una retorica oggi buona un po’ per tutto”.
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