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Alla scoperta dell’edilizia sociale di Vienna

Alla scoperta dell’edilizia sociale di Vienna

Dal 26 al 28 giugno cooperatori in viaggio per studiare il social housing nella capitale austriaca.

Categorie: Primo PianoDalla Federazione

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Per innovare è fondamentale studiare, conoscere esperienze virtuose e lasciarsi contagiare da nuove idee. Anche quest'anno Confcooperative Habitat ha organizzato un viaggio studio alla scoperta dell'edilizia sociale più all'avanguardia. Dopo il viaggio a Zurigo del 2017, è stata la volta quest'anno della città di Vienna e della sua importante tradizione di attenzione alle politiche della casa, che dagli anni '20 a oggi ne hanno fatto un interessantissimo laboratorio di soluzioni e progetti di social housing. Aspetti progettuali e architettonici così come politiche di regolazione e finanziamento hanno contribuito a generare nel tempo risposte efficaci alla nuove sfide e dinamiche in atto in tutte le grandi città  in Europa e nel mondo: popolazione in rapida crescita, scarsità di suolo disponibile, elevati costi di costruzione, valori immobiliari insostenibili nei centri urbani più dinamici e attrattivi. 

Dal 26 al 28 giugno i docenti DASTU Polimi  Massimo Bricocoli Silja Tillner insieme a  Marco Peverini, dottorando DASTU-CCL, hanno guidato gli oltre 45 cooperatori Confcooperative provenienti da tutta Italia in una interessante tre giorni dedicata allo studio delle realizzazioni di cooperative e no profit company austriche, alla scoperta “di quanto si può fare quando il pubblico programma a lungo termine, compra aree, combatte la rendita, eroga finanziamenti a tassi agevolati e fa crescere i più soggetti virtuosi".

Il primo giorno è stato dedicato alle origini delle politiche per la casa, partendo dagli anni '20 quando il governo socialdemocratico della Prima Repubblica (1918-1934) per migliorare la qualità della vita della classe operaia promosse un piano di costruzione di grandi complessi residenziali popolari, gli Höfe, che offrissero buone condizioni di vita a un costo contenuto (e che ancora oggi caratterizzano  il tessuto urbano di Vienna. 

La visita è partita da uno degli esempli più significativi di questa politica, il Karl Marx Hof, il più famoso Gemeindebau (Edificio Municipale), noto anche come “La Versailles dei lavoratori”. Lungo più di un chilometro, il complesso di case popolari - costruito nel 19° distretto fra il 1926 ed il 1930 con i fondi della tassa sulle abitazioni nel periodo della “Vienna rossa” su progetto dell'urbanista Karl Ehn, allievo di Otto Wagner - ospita circa 1.300 appartamenti e spazi comuni – due lavanderie, docce pubbliche, asilo, un ambulatorio dentistico, la casa del giovane, una biblioteca, ufficio postale e uffici commerciali - con solo il 18,5% dell'area - di 156.000 m² - edificato, per il resto parchi gioco e giardini. L'imponete complesso, concepita come un'isola autosufficiente, rappresentò un progetto di abitare alternativo e un’idea di città altra rispetto al tessuto tardoottocentesco, secondo la visione socialdemocratica, ben illustrata anche nel museo “La Vienna rossa al Waschsalon”, che nei locali in cui un tempo si trovavano i bagni e un deposito di acqua del Karl Marx Hof presenta storia, programma e personalità di spicco della “Vienna rossa” in tema di attività edilizia, istruzione, cultura e ‘Festkultur’ di quest’epoca.   

 

Da un capo all’altro della città, la seconda interessantissima visita è stata a Werkbund Siedlung, nel 13° distretto. Qui tra il 1929 e il 1932 sotto la guida di Josef Frank è stato realizzato un intervento-manifesto per l’innovazione dell’housing con 76 edifici-modello firmati da celebri architetti - tra gli altri, Josef Hoffmann, Clemens Holzmeister oppure Adolf Loos - in nome di una una nuova concezione spaziale e ricerca di soluzioni funzionali ed economiche, costruibili in serie. Se Karl Marx hof e i primi progetti rappresentano delle autentiche microcittà, costruite principalmente in forma di blocchi di edifici con corte interna e dotati di una ricca rete di servizi, Siedlung è un raggruppamento di architetture molteplici di caratteri e tipi diversi. In comune in ogni caso il concetto di città nella città, parte autonoma della città, prodotto di un’operazione mentale ordinata a un principio di progettazione architettonica, ovvero il rapporto parte/tutto. In particolare è stato possibile visitare una residenza realizzata dall'architetto olandese Gerry Rietveld dove si è conclusa la prima intensa giornata viennese.

Il secondo giorno del viaggio-studio a Vienna è stato dedicato al presente della trasformazione urbana a Vienna, con la visita alle realizzazioni in corso. In mattinata, ci si è recati a Sonnwendviertel, area di trasformazione dello scalo ferroviario a ridosso della nuova stazione centrale di Vienna, per concentrarci su tre progetti di housing: Geiswinkler&Geiswingler, DMAA e XXYY.   Nel pomeriggio ci si è spostati invece nel 22° distretto nel nord-est della città, a Seestadt Aspern, il più grande progetto di costruzione urbana di Vienna e uno dei più grandi in Europa. Quasi una nuova città di fondazione, un nuovo centro urbano multifunzionale con interessanti interventi di social housing fra uffici, un distretto commerciale, scientifico, di ricerca e istruzione e, ancora, uno sviluppo in più fasi fino al 2028 che porteranno alla creazione di alloggi di alta qualità per oltre 20.000 persone e, altrettanti, posti di lavoro. 

Il terzo e ultimo giorno è stato dedicato a temi e prospettive dell’housing austrico, con la visita nel quartiere Mautner-Markhof di 90 unità abitative dislocate in due edifici distinti, costruiti secondo gli standard ambientali della Passivhaus. Con 74 appartamenti in affitto sovvenzionati e unità abitative "Senior" il progetto aspira a promuovere una comunità eterogenea sia sul fronte generazionale che multiculturale. Gli studi Tillner & Willinger e  Hannes Mathis hanno illustrato il lavoro realizzato per configurare tipi di piani configurabili in base a necessità dei residenti. Un quadro strutturale flessibile che ha coinvolto la sociologa Andrea Breitfuß per condurre uno studio approfondito sui dati demografici e culturali così come sui diversi stili di vita, e la partecipazione dei residenti per garantire la sostenibilità per tutto il ciclo di vita degli inquilini dell'edificio. Infine, è intervenuta la rappresentante della federazione delle cooperative austriache, Gerlinde Gutheil-Knopp-Kirchwald, che ha illustrato modalità operative e contesto di azione delle cooperative austriache sul territorio viennese, focalizzando l'attenzione in particolare sugli strumenti di regolazione e le fonti di finanziamento messe in campo nella promozione di case affordable.  

La capitale austriaca è riuscita appieno a rispondere alla nuova domanda di casa per fasce deboli, aumentando l’offerta di alloggi "affordable", economicamente accessibili, ma anche di elevata qualità architettonica e urbanistica, grazie anche a un mix di politiche sociali, pratiche di inclusione e cittadinanza, attenzione all’innovazione architettonica e tecnologica, alle connessioni con il contesto urbano e, infine, grazie al ruolo prezioso giocato in questo contesto dal movimento cooperativo.

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